Creazioni Musicali: Espressioni Autentiche nel Rap/Rock

Milano Capitale Morale

Un rap ispirata al mio racconto” Holmer Sheratan” pezzo sarcastico che analizza il declino morale di Milano.


Milano, capitale morale, dicono.
Ma la morale, dov’è andata?
Tra bombe, tangenti, e Milano da bere,
la nebbia non copre il marcio, lo rivela.

Milano, regina con il trucco sbavato,
anni ’70, eri forte, eri il fiato.
Terrorismo nei vicoli, bombe che saltano,
piazze insanguinate, i nomi che mancano.

Poi arriva il craxismo, l’era dorata,
mani strette al bar, una vita filtrata.
“Milano da bere,” ma chi si disseta?
Solo i potenti, la gente è in bolletta.

Moralità? Sta nei fondi neri,
palazzi alti, soldi sui taccuini.
Sorrisi falsi, Champagne che scorre,
ma sotto i tuoi piedi, un inferno che morde.

Milano, capitale morale,
ma il tuo cuore è sporco, e non si vede il mare.
Tra il lusso e le tangenti, chi dice la verità?
La nebbia copre tutto, ma la gente lo sa.

Poi arrivano gli anni delle bustarelle,
“Tangentopoli,” il re delle beffe.
Mani Pulite grida: “Adesso basta!”
Ma il sistema è blindato, non si guasta.

C'È chi vola via, va al sole,
mentre l’Italia guarda e tace la casta.
In galleria, sussurri tra le ombre,
soldi che girano sotto le tombe.

Milano, il morale dov’è finito?
Nelle tasche dei pochi, il resto tradito.
Le bombe sono sparite, ma il caos rimane,
una città che corre, ma dove va?

Milano, capitale morale,
ma il tuo cuore è sporco, e non si vede il mare.
Tra il lusso e le tangenti, chi dice la verità?
La nebbia copre tutto, ma la gente lo sa.

E oggi, la gente cammina tra grattacieli,
con il passato che bussa sui vetri sottili.
Sei ancora morale, o solo un mito?
Milano, dimmi, cos’è rimasto scritto?

Milano corre, ma a chi lascia il testimone?
Un capitale morale senza più ragione.
Moda, finanza, lusso apparente,
ma il cuore batte debole tra la tua gente.

Le luci brillano, ma il buio è sotto,
ogni ombra è un segreto, ogni strada un complotto.
Eppure sei bella, anche quando sbagli,
Milano ti amo, anche se crolli.

Milano, capitale morale,
ma il tuo cuore è sporco, e non si vede il mare.
Tra il lusso e le tangenti, chi dice la verità?
La nebbia copre tutto, ma la gente

Milano, capitale morale, o solo un’idea?
Tra storia e vergogna, la tua anima è mia.
Capitale di tutto, ma non del perdono,
Milano, città dei mille nomi e del suo abbandono.

H.S.

Inquietudine

Un testo rap ispirato all'inquietudine di Holmer Sheratan, una figura evocativa che potrebbe rappresentare tensione e introspezione.


Cammino tra le ombre, la notte mi avvolge, Ario nel mio cuore, la mente si scioglie.
Pensieri affollati come nuvole tempestose,
in questo viaggio solitario, cerco risposte, dolorose.

Sguardi che spiano, giurano fedeltà,
ma dentro le mie vene c'è solo fragilità.
Mi perdo nei labirinti, la mente in subbuglio,
ho paura del silenzio, mi parla come un pugno.

Inquietudine nella testa, non trova riposo,
la vita è un puzzle, il futuro è un’ombra.
Ario nel mio animo, un ciclo senza fine,
la realtà mi pesa, le speranze sono spine.

Città di vetro, riflessi spezzati,
volti sconosciuti, tutti imbarazzati.
Io scruto l’orizzonte, nettare di dubbi,
gioco a nascondino con i miei stessi mutui.

Frammenti di sogni, pezzi di verità,
nella danza delle stelle, cerco il mio perché,
gridando nel vuoto, nessuno mi ascolta,
questa inquietudine è un’onda, che mai si ricompone.

Inquietudine nella testa, non trova riposo,
la vita è un puzzle, il futuro è un’ombra.
Inquietudine nel mio animo, un ciclo senza fine,
la realtà mi pesa, le speranze sono spine.

Cammina, non fermarti, il tempo non aspetta,
ogni passo è un'eco, una vita inquieta.
Nella lotta di chi cerca, la verità amara,
c'è sempre una luce, ma è la fede che spara.

Sento il battito lento, nel buio mi muovo, tra il sogno e il nuovo.
L'inquietudine è parte, non può essere spenta,
la vita è un palco, e ogni ombra racconta.

H.S.

Voce nel vento

Un testo rap come tributo a Mino D’Amato, scritta con uno stile ispirato al tuo alias Holmer Sheratan, che unisce profondità, emozione e una penna incisiva. Mino D’Amato era noto per il suo impegno sociale e il suo lavoro umanitario, quindi il testo rende omaggio alla sua figura.


Una voce al microfono, un tributo speciale,
per chi ha dato tutto senza mai chiedere uguale.
Mino, una voce che rompe il silenzio,
un faro di speranza, un cuore immenso.

Voce nel vento, anima che vola,
Mino, il tuo ricordo è la luce che consola.
Hai dato amore dove il buio dominava,
ora il tuo nome vive, niente lo cancellava.

Sulle strade del mondo, hai lasciato le orme,
un giornalista, sì, ma con un cuore enorme.
Dalle telecamere alla realtà cruda,
dove l’umanità soffriva, la tua anima era nuda.

Ti ho visto sfidare quel sistema che taceva,
dare voce ai bambini che il mondo dimenticava.
Africa, Romania, missioni senza confini,
là dove il dolore non conosce mattini.

Tu, cavaliere d’altri tempi, senza armature,
solo con parole e gesti, portavi le cure.
Ospedali per i piccoli, sorrisi tra le guerre,
hai trasformato il pianto in semi sulla terra.

Voce nel vento, anima che vola,
Mino, il tuo ricordo è la luce che consola.
Hai dato amore dove il buio dominava,
ora il tuo nome vive, niente lo cancellava.

C'è chi scrive col cuore in mano,
racconto un uomo che il mondo vedeva lontano.
Non eri solo uno schermo, ma un ponte tra due mondi,
tra chi vive nel lusso e chi nei sogni affonda.

Hai mostrato le ferite che la gente ignorava,
ma dentro quelle piaghe c’era la vita che urlava.
Ogni passo un rischio, ogni sguardo un peso,
ma tu camminavi avanti, non ti sei mai arreso.

Dai bambini sieropositivi a chi dorme sul niente,
hai dato un pezzo di te a ogni anima dolente.
Ora sei leggenda, una stella tra milioni,
ma il tuo messaggio resta nelle nostre canzoni.

E chi ti ha visto sa che eri più di un uomo,
eri speranza pura in un mondo senza suono.
Hai acceso luci dove tutto era spento,
Mino, ora il tuo spirito vive nel vento.

Voce nel vento, anima che vola,
Mino, il tuo ricordo è la luce che consola.
Hai dato amore dove il buio dominava,
ora il tuo nome vive, niente lo cancellava.

Questo è per chi lotta, per chi non si arrende,
per chi lascia un segno che il tempo non prende.
Mino D’Amato, un esempio immortale,
Holmer Sheratan scrive il tuo nome speciale.

H.S.

Il Confine

Che sia per un pezzo di pane, scacciati per una guerra o studiare.
Comunque, un salto nel vuoto per la propria identità.

Yo, questo è il confine,
dove il cuore si divide,
tra sogni e cicatrici,
tra lacrime e sorrisi.

C’è chi cammina su linee invisibili,
là dove il cielo è pieno di nuvole grigie.
Storie di frontiera, di uomini e paure,
passi lenti, ferite ancora dure.

Un padre guarda oltre, il figlio non capisce,
la terra che si lascia è piena di radici.
Speranze caricate su un treno che va,
ma a ogni stazione resta qualcosa di qua.

Il confine è dentro di noi,
tra chi eravamo e chi saremo poi.
Un salto nel vuoto, una scelta che fai,
cammini sul filo, ma non torni mai.

Mani callose, storie di lavoro,
voci che risuonano nel silenzio del foro.
Gli occhi di chi aspetta un domani migliore,
mentre il presente schiaccia il cuore.

Politiche, barriere, muri di parole,
chi decide non conosce il rumore
dei passi nella notte, del vento che spinge,
delle vite che tremano al suono di una nostalgia.

Il confine è dentro di noi,
tra chi eravamo e chi saremo poi.
Un salto nel vuoto, una scelta che fai,
cammini sul filo, ma non torni mai.

Ogni confine è un’illusione,
una linea tracciata senza ragione.
C’è chi lotta per un pezzo di pane,
chi sogna un futuro e chi resta a mani nude.

E mentre guardi il sole che sorge lontano,
capisci che il confine è solo umano.
Un’idea che ci divide, che ci spezza il cuore,
ma dentro di noi siamo fatti d’amore.

Ogni passo è una sfida, un pezzo di storia,
scritta col sudore, impressa nella memoria.
Un viaggio senza fine, una corsa verso il domani,
un confine che svanisce tenendoci per le mani.

Yo, questo è il confine,
dove il mondo si confonde e l’uomo decide.
Tra luce e ombra, tra bene e male,
oltre la paura c’è un sogno universale.

H.S.

Ultima Stazione a Gaza

Yeah, questo è per chi non chiude gli occhi,
per chi cammina dove tutto crolla,
Gaza City, l’ultima stazione,
tra polvere e sangue, la verita si racconta.

Strade spezzate, muri pieni di crepe,
un popolo che lotta, ma il mondo non vede.
Ultima stazione, non c’è ritorno,
tra bombe e silenzi, un nuovo giorno è un sogno.

Occhi di bambini che guardano il cielo,
un cielo di ferro, nessun arcobaleno.
Madri che stringono la vita tra le dita,
in una terra che sanguina ferita.

Spari nella notte, lampi nei vicoli,
l’eco della guerra nei cuori fragili.
La storia di un popolo scritta nel dolore,
ma sotto le macerie batte ancora un cuore.

Gaza resiste, non si piega mai,
anche se il buio la invade, resta viva sai.
Ultima stazione, ma il viaggio continua,
la speranza è una fiamma che il vento non spegne mai.

Ogni passo è un rischio, ogni respiro è lotta,
ogni casa distrutta una storia interrotta.
Ma qui c’è chi dipinge la vita sui muri,
chi sogna la pace sotto cieli scuri.

Le madri pregano, i padri tacciono,
nei loro sguardi rabbia e lacrime si intrecciano.
Bandiere nere, bandiere bianche,
ma il colore del sangue è sempre lo stesso, sai.

Cronisti raccontano, ma chi li ascolta?
Verità che esplodono come granate in bocca.
Ogni parola pesa come pietra su pietra,
mentre la libertà si perde tra la nebbia.

Gaza resiste, non si piega mai,
anche se il buio la invade, resta viva sai.
Ultima stazione, ma il viaggio continua,
la speranza è una fiamma che il vento non spegne mai.

Non sono numeri, sono vite interrotte,
volti dimenticati tra le macerie e le lotte.
Le urla dei bambini, i canti delle madri,
sono il ritmo di un popolo che non si arrende ai drammi.

Ultima stazione, ma non è la fine,
Gaza alza il capo, anche sotto le mine.
Perché dove c’è dolore, nasce la speranza,
e un giorno la pace danzerà su questa stanza.

H.S.

Brucia Pianeta brucia

Fuoco che divora, terra che si spezza,
cieli rossi, aria che opprime e appesantisce la testa.
Pianeta in fiamme, l’urlo della natura,
noi restiamo a guardare, ma quanto dura?

Le fiamme ballano, il vento è un complice,
un continente intero che grida senza voce.
Animali che fuggono impazziti
Altri bruciati,
foreste secolari ridotte a cenere e spazi.

L’orizzonte è fumo, il sole è un’ombra rossa,
milioni di ettari, il Pianeta si è perso.
Il calore cresce, i fiumi si asciugano,
e i cuori della gente? Si spezzano e si chiudono.

Chi parla di natura, ma non agisce,
il cambiamento climatico? Un tema che ferisce.
La terra si ribella, ci manda segnali,
ma noi rispondiamo con silenzi banali.

Brucia Pianeta , lacrime e cenere,
il pianeta chiama, ma noi siamo deboli.
Fiamme nel cielo, dolore nella terra,
la natura ci avverte: questa è la guerra.

Vento caldo spinge l’incendio più avanti,
mentre chi decide resta muto nei palazzi.
Case distrutte, famiglie senza niente,
gli animali sono vittime, ma anche noi siamo assenti.

Vedo volontari con l’acqua tra le mani,
lottano per spegnere un inferno che ci inghiotte domani.
Lacrime di chi ha perso tutto, ma non si arrende,
mentre il mondo intero guarda e poi si pente.

Non è solo il pianeta, è un grido globale,
un pianeta in agonia che ci chiede di agire.
Cosa aspettiamo? Che il fuoco arrivi qui?
La verità è che bruciamo dentro, ma non ce ne accorgiamo, sì.

Brucia il Pianeta , lacrime e cenere,
il pianeta chiama, ma noi siamo deboli.
Fiamme nel cielo, dolore nella terra,
la natura ci avverte: questa è la guerra.

Animali che cadono dagli alberi in fiamme,
i fiumi si prosciugano, tutto il mondo piange.
Non è un caso, è il prezzo del profitto,
la natura ci chiede: chi ha firmato questo patto?

Cambiamento climatico, scelte sbagliate,
decenni di parole e promesse mai mantenute.
Ora il cielo è un inferno, e noi siamo colpevoli,
abbiamo acceso il fuoco con scelte miserabili.

Brucia Pianeta, ma può bruciare tutto,
se non cambiamo rotta, sarà il nostro lutto.
La terra grida forte, dobbiamo ascoltare,
perché il fuoco non aspetta, e non sa perdonare.

H.S.

Grazie, Grande Nonna

Questo è per te, nonna, guida della mia vita,
custode della storia, forza infinita.
Hai dato tutto senza chiedere mai,
oggi ti devo il mondo, sei il mio faro nei guai.

A debito, sì, lo so, ma grazie, grande nonna,
il tuo amore è eterno, niente lo abbandona.
Hai cucito i giorni miei con mani stanche,
oggi porto il tuo ricordo come spada e anche.

Ti vedo seduta, rughe scritte dal tempo,
ogni linea un capitolo, ogni respiro un esempio.
Mi raccontavi storie di giorni in bianco e nero,
di fame, sacrifici, ma un cuore sempre vero.

Nonna, il tuo sguardo ha visto guerre e dolori,
ma nei tuoi occhi brillano ancora mille colori.
Hai lavorato duro, mani segnate dalla terra,
per darci un futuro, lontano dalla guerra.

Mi hai insegnato che la forza non sta nei muscoli, ma nel cuore che combatte anche quando tutto è buio qui.
Ogni tuo abbraccio era un porto sicuro,
in un mondo incerto, il tuo amore era puro.

A debito, sì, lo so, ma grazie, grande nonna,
il tuo amore è eterno, niente lo abbandona.
Hai cucito i giorni miei con mani stanche,
oggi porto il tuo ricordo come arco e frecce.

Le tue mani sulla mia testa, il tuo sorriso caldo,
ogni parola un consiglio, ogni gesto un comando.
Mi dicevi: “Non mollare, la vita è una salita,”
ora porto avanti il tuo esempio, guida infinita.

Ogni pentola sul fuoco aveva dentro l’amore,
ogni tuo racconto era un pezzo di cuore.
Nonna, sei stata madre anche quando non dovevi,
eri la radice quando tutti erano rami.

Ora cammino con il peso della tua eredità,
un debito d’amore che mai si ripagherà.
Ma so che guardi giù, sorridendo dal cielo,
sei la stella più brillante, il mio angelo eterno.

Quante volte hai pianto in silenzio per noi,
quante notti insonni per darci un domani.

Ora capisco il valore delle tue mani,
nonna, sei la roccia che mi tiene lontano dai danni.
A debito, sì, lo so, ma grazie, grande nonna,
il tuo amore è eterno, niente lo abbandona.

Hai cucito i giorni miei con mani stanche,
oggi porto il tuo ricordo come spada e anche.
E ora scrivo queste righe col cuore che trema,
perché sei tu la mia forza, la mia luce suprema.

Grazie, grande nonna, per ogni sacrificio,
a debito per sempre, ma il tuo amore è il mio edificio.

H.S.

Un testo rap ispirata al tema “A Debito… Grazie Grande Nonna”, che rende omaggio alla figura della nonna, il nostro pianeta, simbolo di sacrificio, amore incondizionato e resilienza. Questo testo fonde gratitudine, emozione e riflessioni profonde, con uno stile che bilancia intensità e lirismo.

Persi tra le macerie

Senti il silenzio che parla, è il vuoto della guerra,
un grido nel vento, un’anima che si perde.
Le strade son cenere, lacrime d’inchiostro,
la Siria piange figli persi senza un volto.

Persi tra le macerie, il mondo chiude gli occhi,
vite spezzate, sogni appesi ai blocchi.
Tra fuoco e polvere, chi ascolta le loro storie?
The Lost of Syria, cancellati dalla memoria.

Guardali, sono ombre su una barca di fortuna,
occhi senza luce sotto il peso di una luna.
Bambini senza infanzia, madri senza pace,
padri che scavano speranze tra la cenere che tace.

Il fiume li separa, frontiere come lame,
ogni confine un muro, ogni uomo un nome.
Ma i nomi scompaiono come il fumo dei fucili,
mentre il mare inghiotte sogni troppo fragili.

Persi tra le macerie, il mondo chiude gli occhi,
vite spezzate, sogni appesi ai blocchi.
Tra fuoco e polvere, chi ascolta le loro storie?
The Lost of Syria, cancellati dalla memoria.

Le case sono scheletri, città senza battiti,
la guerra è un dio cieco che si nutre di tragici attimi.
Siria, terra di storia, ora terra di dolore,
ogni bomba è una riga in un libro senza autore.

La sabbia racconta di passi che non tornano,
volti nel deserto che il vento poi cancellano.
Ma chi racconta al mondo del sangue sulle pietre?
Chi darà una voce a chi sotto la terra trema?

E intanto il cielo piange missili e bugie,
mentre il mondo si volta, sordo alle grida
La Siria non è morta, ma è ferita, sanguina,
tra le mani dei pochi che ricordano l’anima.

Persi tra le macerie, il mondo chiude gli occhi,
vite spezzate, sogni appesi ai blocchi.
Tra fuoco e polvere, chi ascolta le loro storie?
The Lost of Syria, cancellati dalla memoria.

E se un giorno il silenzio sarà troppo forte,
forse capiremo il peso delle loro sorte.
Non c’è pace senza memoria, né futuro senza amore,
per ogni anima persa, dobbiamo dar colore.

H.S.

Questo testo vuole essere una riflessione poetica e cruda sulla tragedia della guerra in Siria, con un focus sui rifugiati e la perdita d’identità.

Cicatrici tra Russia e Ucraina

Questo brano è un tributo emotivo e potente, ideale per chi vuole celebrare una figura che ha rappresentato un pilastro di amore e sacrificio per gli indiani d’America nel tentativo di salvare la nature e gli animali.

Yeah, questa è una storia di polvere e sangue,
di fratelli che si scontrano, il cielo piange.
Territori divisi, uniti dal dolore,
le guerre hanno lasciato cicatrici nel cuore.

Era il ’22, il suono dei fucili,
le strade di Kiev si riempiono di ostili.
Fratello contro fratello, bandiere diverse,
ognuno combatte per ciò che pensa sia giusto e perde.

Russi e Ucraini ognuno con la propria verità, ma cuori rapaci.
Confini spezzati, famiglie distrutte,
le bombe cadono, nessuno le discute.
Religioni e Territori , scusa per la guerra,
la terra si tinge di rosso, odore di terra.

Muri invisibili tra chi viveva insieme,
e un passato di odio che nessuno trattiene.
Cicatrici profonde, l ‘Ucraina piange,
gente che si combatte, ma la pace langue.

Ricordi di città che il fuoco ha consumato,
storie di dolore che il tempo non ha cancellato.
Il Dombass in fiamme, un gioco di poteri,
chi tira le corde osserva da lontano i neri pensieri.

Il massacro di giovani una ferita che grida,
un mondo che guarda e in silenzio si ritira.
Il ponti simbolo di unione,
caduti tra le rovine di ogni divisione.

E mentre tutto brucia, le madri pregano,
gli innocenti muoiono, le ombre dilagano.
Profughi in marcia verso l’ignoto,
tra campi minati e un destino corrotto.

Le voci dei bambini perse nel vento,
speranza che muore sotto un firmamento spento.
Cicatrici profonde, l’Ucraina piange,
gente che si combatte, ma la pace langue.

Ricordi di città che il fuoco ha consumato,
storie di dolore che il tempo non ha cancellato.
Ma dopo il buio arriverà l’alba? una nuova era?
anche se il passato pesa come una chimera.

Generazioni crescono tra le macerie,
cercando una luce oltre le vecchie ferite.
La pace è una chimera?, ma i cuori resistono,
perché la memoria è tutto ciò che insistono.

Questa è l’Ucraina, un puzzle spezzato,
dove i sogni di indipendenza sono stati violati.
Ma tra le rovine c’è chi spera ancora,
che la storia non si ripeta, mai più, ora.
Yeah, cicatrici in Ucraina.
Resta in pace chi non c’è piu.

H.S.

Il mondo di pochi eroi

Ehi, questa è la terra di leggende e ombre,
dove il cielo è pesante e il silenzio incombe.
Il polipo sorveglia, tra passato e presente,
nei suoi tentacoli storie di mafie.

Tra mare e terra e resistenza continua,
c’è chi lotta ogni giorno contro l’assenza.
Pochi eroi ma mai piegati, ma mai spezzati,
radici profonde in un suolo tormentato.
Montagne parlano, il vento sussurra,
segreti sepolti tra pietre e cultura.
I tentacoli sono il simbolo, guardiani e giudici,
tra tradizione e sangue, sono loro che decidono.

Il riciclaggio scorre come un fiume nascosto,
denaro sporco, droga e l’oro che luccica,
Achers che giocano con tecnologie avanzate,
criptovalute che viaggiano in reti blindate.
Stati, paradisi fiscali lontani e vicini, isole d'ombra
dove si lavano le mani.
Pochi eroi, che penetrano in questa terra
guida il popolo lontano dal male,
Proteggi i giusti, combatti il male,
spezza la catena di un destino brutale.

Tra bit e blockchain il crimine evolve,
la tecnologia è un’arma che tutto risolve.
Un click e il pagamento è già stato fatto,
una rete invisibile, un gioco scaltro.

Dalle montagne ai server globali,
le mafie, regnano nei traffici astrali.
Droga che parte e denaro che torna,
un ciclo infinito che il sistema ingoia.

Le cripto sostituiscono valigie di contanti,
pagamenti rapidi, flussi abbondanti.
Achers ridono, con schermi e codici in mano,
mentre i tentacoli osservano da lontano.
Ma dove c’è il buio c’è sempre una fiamma,
un popolo che lotta, che grida: basta danni!

Pochi eroi, vola alto sopra questa terra,
guida il popolo lontano dai tentacoli.
Proteggi i giusti, combatti il male,
spezza la catena di un destino brutale.

Paradisi fiscali, lingue straniere,
dove si nasconde il peso delle bandiere.
Denaro che scivola tra mani invisibili,
mentre la giustizia non ha man forte.
Ogni conto offshore è una maschera sporca,
ma il eroi non dormono, non perdono la rotta.

E allora alziamo gli occhi, verso il cielo infinito,
I pochi eroi vegliano, il sogno non è finito.
Tra blockchain e lotte, giustizia e valori,
il futuro è nostro, abbattiamo quei muri.

H.S.

Potere Sulle Città

Yeah, queste sono le nostre city,
le mani sulla città,
il cemento sporco,
le anime urlano verità.

Le gru si alzano, ombre sul mare,
speculatori pronti a devastare.
Rioni malfamate, storie mai dette,
potere che compra, corruzione che prende.
Consigli comunali fatti di menzogne,
chi governa il popolo non conosce vergogne.
Il quartiere soffoca, tra l’oro e il degrado,
la giustizia dorme, il futuro è bloccato.

Potere sulle città chi può fermarle?
Tra scandali e soldi, chi può parlare?
Tutti piangono, ma nessuno le vede,
la verità brucia come il sole che splende.

Il volto del sistema,
un uomo di potere che crea il problema.
Palazzi che crescono, anime che crollano,
i poveri pagano, i ricchi si accomodano.
La terra trema, ma non è l’Etna,
è la rabbia che esplode in ogni vicolo oscuro.
Ma chi denuncia viene silenziato,
in questa giungla il giusto è dimenticato.

Potere sulle città, chi può fermarle?
Tra scandali e soldi, chi può parlare?
piangono, ma nessuno la vede,
la verità brucia come il sole che splende.

Un uomo cade, ma non è un incidente,
è il sistema che schiaccia la gente.
Case promesse, mai consegnate,
solo illusioni per anime abbandonate.
Il sud si ribella, ma chi lo ascolterà?
La speranza è un sogno che non tornerà.

Le mani sulla città, un grido nel buio,
Qualcuna resiste, ma chi vince è il più duro.
Cemento e corruzione, cicatrici profonde,
ma il popolo è forza, e il cielo risponde.
Potere sulle città, il rap è verità,
questa è la voce di chi non si arrenderà.

Le mani sulla città…
Il popolo non dimentica…
Le città lottano, sempre.

H.S.

E il mare è la montagna?

Rap della natura.

Yo, senti il battito della terra che chiama,
il suolo è casa di ogni vita che ama.
Insetti, animali, piante da salvare,
fermiamo il consumo, non c’è tempo da sprecare.

Sotto il cemento, chi piange è il lombrico,
era il re del terreno, ora è in un vicolo.
Le api cercano i fiori, ma non trovano campo,
mentre il cemento avanza e il silenzio è più ampio.
Cervi nei boschi, cinghiali in fuga,
il loro habitat sparisce, la terra si asciuga.
Le querce si piegano, le radici gridano,
ogni albero abbattuto è un sogno che sfidano.
Il suolo è vita per funghi e farfalle,
ma lo distruggiamo per costruire palazzi.

Fermiamo il consumo di suolo, fratello,
ascolta la natura, il suo grido è sincero.
Animali, piante e insetti da salvare,
fermiamo il consumo, è ora di lottare!

Guarda il lupo, in cerca di un rifugio,
il suo branco scende a valle e si perde tra campi distrutti.
Gli uccelli volano via, ma dove posano il nido?
Ogni albero abbattuto è un altro addio al cielo limpido.

I fiori di campo, violette e margherite,
sono preghiere mute su terre sparite.
Coccinelle che danzavano tra le foglie al sole,
ora cercano vita in un mondo che non vuole.
Le rane nei laghi, le volpi nei prati,
spariscono piano, i loro luoghi son bloccati.

Proteggiamo le api, custodi del miele,
difendiamo i boschi, le radici ribelli.
Ogni pino, ogni quercia ha una storia da dare,
ogni prato è una casa che dobbiamo rispettare.

Fermiamo il consumo di suolo, fratello,
ascolta la natura, il suo grido è sincero.
Animali, piante e insetti da salvare,
fermiamo il consumo, è ora di lottare!

Yo, lombrichi, scoiattoli, farfalle e fiori,
sono il battito del mondo, i suoi veri colori.
Fermiamo il cemento, salviamo la natura,
il futuro è in gioco, la sfida è più dura.
Leggi libri, fai parte del coro,
fermiamo il consumo e riscriviamo il loro mondo.
Peace.

H.S.

Memorie che respirano

Racconti di cenere, persi nel vento, voci che sussurrano nel tempo. Ogni volto un numero, ogni sguardo un grido, il silenzio pesa, eppure ha un filo.

Memorie che respirano, non si spengono mai, testimoni di un dolore che oltre il buio vivrà. Ascolta il passato, non voltarti indietro, le ombre gridano: non dimenticare, non smettere mai.

Binari che portano via ogni speranza, terra che piange la loro assenza. Nelle parole il dolore si specchia, un fiume di storie che mai si secca.

Memorie che respirano, non si spengono mai, testimoni di un dolore che oltre il buio vivrà. Ascolta il passato, non voltarti indietro, le ombre gridano: Non dimenticare, non smettere mai.

E va la storia ci guida, senza tregua o pietà, mostrandoci il volto dell’umanità. Non finzione, solo verità in ogni lacrima, una ferita.

Memorie che respirano, non si spengono mai, testimoni di un dolore che oltre il buio vivrà. Ascolta il passato, non voltarti indietro, le ombre gridano, non dimenticare, non smettere mai.

Nel silenzio riecheggia un nome, un luogo, un cuore spezzato, un ricordo che sfogo. Shoah, una fiamma che arde nel gelo, la memoria un canto, un eterno cielo.

H.S.

Libano, Terra di Fuoco e Cedri

Un testo rap ispirata a un racconto breve di Holmer Sheratan dedicato al Libano, con un tono profondo, poetico e diretto.

Yo, questa è la storia di un luogo sacro,
un racconto dal cuore, il Libano in ogni lato.
Tra cedri millenari e polvere di strade,
Holmer Sheratan racconta, io metto le rime a base.

Libano, terra di fuoco e di pace,
dove il dolore si scrive e il cuore tace.
Cedri che parlano del tempo passato,
un popolo forte, anche se il mondo l’ha piegato.

Sulle colline dove il vento racconta,
storie di guerra che il silenzio affronta.
I cedri si alzano, custodi del tempo,
radici profonde nel dolore eterno.

Beirut grida, tra macerie e bellezza,
un’anima divisa, ma piena di fermezza.
Le strade bruciano di rabbia e speranza,
tra la cenere e il fumo, la vita danza.

Il mare che bagna le coste ferite,
porta memorie, ferite mai guarite.
Ma c’è orgoglio nel cuore del Libano,
un popolo che lotta, sempre in piedi, ancora umano.

Libano, terra di fuoco e di pace,
dove il dolore si scrive e il cuore tace.
Cedri che parlano del tempo passato,
un popolo forte, anche se il mondo l’ha piegato.

Il Libano è madre, ma piange di notte,
ogni bomba sul suo petto, ogni guerra nelle lotte.
Confini che sanguinano, vite strappate,
il cielo prega in silenzio le anime andate.

Ma c’è poesia nelle vene di questa terra,
tra il rumore del mercato e l’eco della guerra.
I cedri resistono, come chi ha sofferto,
il Libano sorride, anche se il mondo è deserto.

La gioventù sogna, disegna un domani,
tra le strade di Beirut e montagne lontani.
C’è un fuoco che brucia, non spegnerlo mai,
perché nel cuore del Libano c’è un eterno “dovrai”.

E mentre il sole cala sul Mediterraneo,
il Libano risorge come un poema arcano.
Ogni uomo è un poeta, ogni donna è una regina,
questa terra grida, ma mai si inchina.

Libano, terra di fuoco e di pace,
dove il dolore si scrive e il cuore tace.
Cedri che parlano del tempo passato,
un popolo forte, anche se il mondo l’ha piegato.

Sheratan, il tuo racconto ci guida,
tra parole e rime, il Libano è la sfida.
Un luogo eterno, che vive nei cuori,
tra sofferenza e speranza, nascono i suoi fiori.

H.S.

La Banalità dell' essere

C’e’ un uomo da tribunale,
dietro gli occhi solo un vuoto banale,
non un demone, non un tiranno,
solo un ingranaggio di un grande inganno.

Da’ ordini senza pensare,
non un dubbio, non un rimorso da affrontare.
E’ così semplice comandare.
senza chiedersi il perché del soffrire.

È la banalità del Potere,
non un mostro, ma un uomo da normale.diventato, da chi come lui ha potere.
Seguiamo regole senza capire,
e il mondo in silenzio continua a morire.
Non serve odio, né passione letale,
basta l’indifferenza per farlo accadere.

Circondato da lupi affamati, non un folle, solo un burocrate astuto.
La coscienza spenta, il cuore assente,
un uomo comune, niente di sorprendente.

Ma cosa accade quando scegli di tacere,
quando il male si fa senza volere?
Le piccole azioni costruiscono muri,
trasformano vite in ricordi oscuri.

È la banalità del potere,
non un mostro, ma un uomo da normale
diventato deforme, da chi come lui ha potere.
Seguiamo regole senza capire,
e il mondo in silenzio continua a morire.
Non serve odio, né passione letale,
basta l’indifferenza per farlo accadere.

E tu, cosa fai? Guardi e resti fermo?
Quando il peso del sistema schiaccia il tuo inverno.
Ogni scelta mancata, ogni voce sprecata,
è un’altra pietra sulla strada sbagliata.

È la banalità del Potere,
non un mostro, ma un uomo normale diventato deforme, da chi come lui ha potere.
Seguiamo regole senza capire,
e il mondo in silenzio continua a morire.
Non serve odio, né passione letale,
basta l’indifferenza per farlo accadere.

C’è una lezione che dobbiamo imparare,
guardare il male e non lasciarlo passare.
Non un eroe, ma un cuore che sente,
perché il mondo cambia con chi è presente.

H.S.

La follia umana

È l’alba ad oriente, fumo e fuoco in aria,
un elicottero passa, sembra una chimera strana.
L’odore acre, mattina che illumina,
nella terra bruciata i fantasmi cantano la loro cruccia.

Sono un soldato perso, tra ombre e visioni,
l’orrore mi chiama con mille canzoni, Si crea un mito
o forse un dio impazzito, in questo inferno di verde e cemento, ogni uomo è finito.

La Guerra c’e’?, ma l’incubo si fa reale,
la mente sprofonda dove l’anima spera.
Tra guerra e follia, chi sei davvero?
Un uomo di carne o solo un guerriero?

Solco il fiume nero, col cuore che trema,
ogni curva un enigma, ogni suono un poema.
Il caos è sovrano, niente è normale,
la guerra ti divora, ti cambia il morale
Disperati ovunque, il buio non ha confini,
tra bombe e droni, sfumano i destini.
Politici in missione, ma chi guida chi?
Il confine si spezza, non esiste più.

“Guerra c’e?, ma l’incubo si fa reale,
La mente sprofonda dove l’anima spera.
Tra guerra e follia, chi sei davvero?
Un uomo di carne o solo un guerriero?

I Generali parlano, parole di fuoco,
“Il terrore è l’unica verità che invocano”
Lo guardo negli occhi, vedo il riflesso,
un uomo che ha perso tutto, anche il progresso.
“Il cuore dell’oscurità”, recita il copione,
ma chi è il carnefice, chi la vittima in azione?

La terra mi inghiotte, ma ora sono sveglio,
non c’è ritorno, solo il mio risveglio,
il viaggio è finito,
nella follia umana, il senso è svanito.

H.S.

Arche della terra


Yo, questo è un grido, un messaggio di fuoco,
Per chi pensa che il pianeta sia solo un gioco.
Ogni specie che cade è un pezzo che manca,
Se non ci svegliamo, sarà una terra stanca.

Parlo di di foreste che bruciano in fretta,
Di fiumi che urlano dentro ogni crepa.
Di terre deserte, dí oceani sporchi,
di animali che spariscono come ricordi.

Tu senti il vento? Senti il respiro?
Madre natura sta perdendo il suo giro.
Ogni seme che muore è una storia spezzata,
Un battito perso, una strada sbagliata.

Chi costruirà le nuove arche?
Chi salverà chi non ha voce?
Se chiudiamo gli occhi, resta il buio,
Non ci sarà futuro senza un rifugio.

Siamo le arche, siamo il futuro,
Se non ci muoviamo, resta solo il fumo.
Dai ghiacciai alle giungle, fino ai deserti,
Ogni specie ha il diritto di restare liberi.

Siamo le arche, siamo la storia,
proteggere il mondo non una vittoria.
È un dovere, è un patto per la vita,
se perdiamo tutto, chi c’è lo ridarà?

Tu lo sai che il mare si alza ogni anno?
Sai che il polmone del mondo sta andando?
Sai che la tigre è in pericolo estremo,
E che il corallo sta morendo sul serio?

Chi tiene il tempo, chi tiene il conto,
di tutto quello che stiamo distruggendo?
Basta parole, basta promesse,
Serve un’azione che cambi le regole.

Apri gli occhi, senti il grido,
ogni albero è un testimone vivo.
Ogni goccia, ogni foglia, ogni creatura,
Noi siamo la cura, non la paura.

Siamo le arche, siamo il futuro,
se non ci muoviamo, resta solo il fumo.
Dai ghiacciai alle giungle, fino ai deserti,
ogni specie ha il diritto di restare liberi.

Siamo le arche, siamo la storia,
proteggere il mondo non è una vittoria.
È un dovere, È un patto di vita,
se perdiamo tutto, chi c’è lo ridarà?

Yo, questa non sono solo testi di una canzone,
È un richiamo, una rivoluzione.
Se il mondo è un’arca e noi siamo il timone,
guidiamolo verso la sua protezione.

H.S.